Vai al contenuto
Psicolinea.it

Sito di psicologia, online dal 2001

  • About – Tutte le Info
  • Articoli
  • Terapia online
  • Contatti
  • Privacy
  • Disclaimer
  • Credits
  • Psicolinea Sitemap Page
  • Contatti
Psicolinea.it

Sito di psicologia, online dal 2001

  • Contatti
  • About – Tutte le Info
  • Articoli
  • Terapia online
  • Contatti
  • Privacy
  • Disclaimer
  • Credits
  • Psicolinea Sitemap Page

Tag Archives: Psicoanalisi

  1. Home
  2.  :: 
  3. Posts tagged "Psicoanalisi"
  4. ( Page9 )
analisi laica

L’analisi laica, Freud e il caso Theodor Reik

L’analisi laica, Freud e il caso Theodor Reik

Freudiana

GUARDA I VIDEO DI FREUDIANA SUL NOSTRO CANALE YOUTUBE

Theodor Reik (Vienna, 12 maggio 1888 – New York, 31 dicembre 1969) fu uno psicoanalista austriaco, seguace e stretto collaboratore di Sigmund Freud.

Nel 1924 Reik subì una causa giudiziaria, in quanto accusato di esercizio abusivo della professione medica, dato che praticava la psicoanalisi, pur essendo laureato in filosofia.

In sua difesa intervenne lo stesso Freud, che contribuì a scagionarlo attraverso una difesa intransigente che tendeva a mostrare la legittimità dell’utilizzo della psicoanalisi, anche da parte dei non medici.

Questo accadeva nel 1925, ovvero nello stesso periodo in cui in altri Paesi, come gli Stati Uniti, gli psicoanalisti non medici venivano di fatto allontanati dalla società psicoanalitica.

In una lettera indirizzata a Julius Tandler, influente medico anatomista e politico viennese, Freud si oppose alla sentenza Reik in particolare per due motivi, che così spiegò: “in primo luogo la psicoanalisi, sia che essa venga considerata una scienza o una tecnica, non è una questione puramente medica. In secondo luogo non viene insegnata agli studenti di medicina all’università” [SF-Tandler 8 Marzo 1925]

Una lezione divulgativa su Freud e il suo libro "Totem e Tabù"

YouTube player

ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE

Per “analista laico” si intendeva al tempo lo psicoanalista non medico: una persona formata alla disciplina della psicoanalisi, ma ignorante nel campo della medicina. Questa questione è andata avanti per molto tempo e, in un certo senso, la polemica non si è mai spenta completamente, in quanto vi sono ancora correnti che vorrebbero la psicoanalisi praticata da soli medici e correnti che invece vorrebbero l’apertura della disciplina psicoanalitica anche a persone appositamente formate, ma non necessariamente laureate in medicina.

Nel 1926, Freud tornò nuovamente sull’argomento con lo scritto Il problema dell’analisi condotta da non medici : «Se gli organi ufficiali, che la psicoanalisi finora ha ben poco da ringraziare, vogliono vedere in essa un intervento efficace ma anche pericoloso, allora devono procurare che simili interventi non vengano intrapresi con superficialità da parte di persone inesperte, che siano medici o no».

Il problema dunque, per le autorità, non riguardava tanto la formazione dello psicoanalista, quanto la sua preformazione: una laurea in medicina era rassicurante, perché distingueva nettamente lo psicoanalista dal ciarlatano.

L’argomento venne particolarmente dibattuto in America. Oberndorf, segretario della «Società psicoanalitica» di New York nel 1924, affermò che «l’appartenenza rimane esclusivamente riservata ai laureati in medicina».

Anna Freud, psicoanalista, ma non laureata in medicina, la pensava diversamente e, in una discussione che riguardava l’organizzazione della Hampstead Clinic fece presente ad un collega americano, che aveva usato l’espressione «analisti laici», che questi non erano dei “laici”, ma dei professionisti a tutti gli effetti.

Nel suo lavoro intitolato Psycoanalysis in the United States, pubblicato nel 1966 all’interno della raccolta Psycoanalytic Pioneers, cinquantun anni più tardi, e in completo accordo con la psicoanalisi americana vincente, John A.P. Millet ebbe a scrivere: «I legami della psicoanalisi con la medicina stanno gradualmente diventando più forti, man mano che gli psicoanalisti lavorano come membri rispettati di équipes universitarie e ospedaliere, come insegnanti di studenti universitari e impegnandosi nella ricerca di base. Spero fortemente che la tendenza all’integrazione della formazione psicoanalitica con i programma psichiatrici ufficiali diventerà il modello preferito ed eventualmente l’unico dell’educazione e dell’autorizzazione di psicoanalisti. Il termine «istituto» muoia di lenta ma non penosa morte…».

Fino alla fine della Prima Guerra mondiale tuttavia il problema non si era posto: per il futuro analista all’epoca bastava la sola analisi personale, che peraltro era una formazione che richiedeva solo pochi mesi.

Nel VI Congresso internazionale, tenuto all’Aia nel 1920, Ernest Jones (1920) affermò che una delle principali difficoltà dei gruppi locali in Inghilterra e in America consisteva «nel raggiungere una giusta composizione dei membri». Le condizioni di accesso, diceva Jones, erano allora piuttosto (troppo?) indulgenti. Le cose però presto cambiarono.

Terapia di coppia onlineINIZIA SUBITO UNA TERAPIA DI COPPIA ONLINE
CON LA DOTT.SSA GIULIANA PROIETTI
Terapia online, Individuale e di Coppia
 Tel. 347 0375949
Telefona o usa whatsapp
ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE

Nel 1922, nella riunione annuale dell’«American Psychonalytic Association» il Dr. Coriat propose di stabilire dei nuovi statuti, secondo i quali solo i medici potevano essere ammessi come membri, con norme che non dovevano avere effetto retroattivo (Coriat, 1922).

Nel 1925 venne decisa la formazione di un comitato di studi internazionale; nella successiva Assemblea generale il Dr. Oberndorf sostenne che era necessario escludere i non medici, i quali potevano essere accettati soltanto come ospiti, sebbene gli europei fossero favorevoli alla psicoanalisi non medica e ritenessero la limitazione americana un regresso scientifico.

In una lettera di Freud a Paul Federn, del 27 marzo 1926 leggiamo:

Caro dottore, la ringrazio per la relazione dettagliata della discussione sulla questione dei laici nella società. Per quanto mi riguarda, nulla è cambiato. Non voglio che i membri si adeguino alle mie idee, ma sosterrò la mia posizione in privato, in pubblico e davanti ai tribunali senza limitazioni, anche se dovessi rimanere da solo. Per il momento, tra i miei discepoli ci sono sempre alcuni che stanno dalla mia parte. Non ho intenzione di accentuare la differenza con gli altri, fino a che è possibile evitarlo. Se si presenterà un’occasione più significativa, la utilizzerò, senza turbare i nostri ulteriori rapporti, per rinunciare alla presidenza solo nominale della società. La battaglia per l’analisi dei laici deve essere combattuta fino in fondo una volta o l’altra. Meglio ora che più tardi. Finché vivrò, mi opporrò al fatto che la psicoanalisi venga inghiottita dalla medicina. Naturalmente non c’è alcun motivo di tenere segrete queste mie idee ai membri della società. Saluti cordiali, Suo Freud.

Dr. Giuliana Proietti


Terapie online, ovunque tu sia
Dr. Giuliana Proietti - Tel. 347 0375949

Fonti:

Freud Museum
Harald Leupold-Löwenthal,PER LA STORIA DELLA “QUESTIONE DELL’ANALISI LAICA”, Sic edizioni

Immagine: Freud 1926, Wikimedia

Giuliana Proietti
Dr. Giuliana Proietti

Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
ONLINE

La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.

Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.

Per appuntamenti:
347 0375949 (anche whatsapp)

mail: g.proietti@psicolinea.it

Visita anche:
www.giulianaproietti.it

Pagina Facebook
Profilo Facebook
Instagram

www.clinicadellacoppia.it/
I Social
  • 14 Mar 2011
  • Dr. Giuliana Proietti
  • 0 Comments
Freud sperimenta le medicine alternative della sua epoca

Freud sperimenta le medicine alternative della sua epoca

Freud sperimenta le medicine alternative della sua epoca

Freudiana

GUARDA I VIDEO DI FREUDIANA SUL NOSTRO CANALE YOUTUBE

Freud, nei suoi primi anni di professione privata, cercò di avvalersi, oltre che dell’ipnosi, anche di altre medicine, che oggi definiremmo ‘alternative’: l’idroterapia e l’elettroterapia.

La storia dell’idroterapia (bagni e docce di acqua calda e fredda), è strettamente legata a quella di un parroco bavarese vissuto dal 1826 al 1897.

Il giovane seminarista Sebastian Kneipp contrasse una tubercolosi che l’avrebbe portato, secondo la diagnosi di tutti i medici consultati, a morte sicura. Si mise così alla ricerca di testi antichi per trovare una cura alla sua malattia e scoprì l’esistenza di una tradizione millenaria, presente in quasi tutte le culture e popolazioni, che consisteva nel curarsi con l’acqua.

Sperimentata questa forma di cura e guarito dalla sua malattia, Kneipp studiò le varie possibilità per utilizzare al meglio la tecnica idroterapica. A lui si deve la scoperta del ‘principio degli stimoli’: più lo stimolo è blando, più è efficace, soprattutto nelle persone di costituzione delicata.

Per tutta la vita il parroco Kneipp si impegnò a lenire le ferite dell’anima e del corpo delle molte migliaia di persone che si rivolgevano a lui per ricevere un consiglio. Le applicazioni idroterapiche da lui tramandate sono circa 160, accompagnate da numerosi consigli dietetici e fitoterapici.

Una Conferenza su Edward Bernays e l'invenzione della Propaganda

YouTube player

ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE

L’elettroterapia (da non confondersi con l’elettroshock), era un’altra cura molto utilizzata a metà dell’ottocento: gli studi sull’elettricità venivano utilizzati anche in campo medico, specialmente per la cura dei reumatismi. In questa materia eccellevano gli italiani (vedi Manuale teorico pratico di Elettroterapia – Plinio Schivardi 1864. Lo stesso Meucci scoprì il funzionamento del telefono mentre stava praticando una seduta di elettroterapia)

Queste due forme di terapia però non gli sembrarono efficaci e presto le abbandonò.

Mathilde FreudBen presto Freud riprese i contatti, anche professionali, con Joseph Breuer, con cui era legato da un’antica amicizia. Nasce intanto la prima figlia di Freud, Mathilde, il cui nome le viene dato in onore della moglie dell’amico Breuer, Mathilde.

Psicolinea for open minded people

 

Fonti: Lifegate
Ellenberger, La scoperta dell’inconscio, Boringhieri

Dott.ssa Giuliana Proietti

Intervento del 14-09-2024 su Sessualità e Terza Età
Dr. Giuliana Proietti

YouTube player

 

Terapia di Coppia

Giuliana Proietti
Dr. Giuliana Proietti

Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
ONLINE

La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.

Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.

Per appuntamenti:
347 0375949 (anche whatsapp)

mail: g.proietti@psicolinea.it

Visita anche:
www.giulianaproietti.it

Pagina Facebook
Profilo Facebook
Instagram

www.clinicadellacoppia.it/
I Social
  • 30 Gen 2007
  • Dr. Giuliana Proietti
  • 0 Comments
Freud e Anna a Lavarone

I viaggi in Italia di Sigmund Freud

I viaggi in Italia di Sigmund Freud

Freudiana

GUARDA I VIDEO DI FREUDIANA SUL NOSTRO CANALE YOUTUBE

Sigmund Freud trascorse molte vacanze in Italia, visitando diverse città, da Nord a Sud. Nei suoi viaggi, il padre della psicoanalisi cercava spunti per arricchire la sua teoria: osservava e rifletteva sui paesaggi incontrati, sulla natura e, soprattutto sulle opere d’arte.

All’inizio, la rappresentazione interiore che Freud aveva dell’Italia era quella che aveva studiato sui libri di scuola e che faceva riferimento a miti della cultura ebraica, come la tentata invasione del semita Annibale e l’avventura del maresciallo francese Massena, che Freud riteneva ebreo, nella creazione della Repubblica Romana.

Freud lesse anche i resoconti dei viaggi in Italia scritti da Goethe, autore che lui tanto apprezzava e che, con la sua filosofia della natura, l’aveva in qualche modo influenzato nella scelta della professione di medico.

Psicolinea sempre con te
Dr. Giuliana Proietti - Tel. 347 0375949
Dr. Walter La Gatta  - Tel. 348 3314908

I viaggi dello psicoanalista austriaco si svolsero prevalentemente in primavera o in estate: la prima volta venne con il fratello minore Alexander, poi con la cognata Minna, e infine con la figlia Anna. Per due volte venne con Ferenczi.

L’amore per l’Italia è così testimoniato in una lettera alla moglie:

“…il nostro cuore volge al Sud, verso i fichi, i castani, l’alloro e i cipressi, case con balconi…”

Purtroppo i taccuini di viaggio sono andati perduti, ma è possibile sapere qualcosa di questi viaggi leggendo le lettere e le cartoline che Freud inviò ai suoi parenti e conoscenti dall’Italia.

  • Trieste

La prima città italiana conosciuta da Freud, ma per motivi di lavoro, più che di svago, fu Trieste, anche se allora la città apparteneva all’Impero Austro-Ungarico. Nel 1876 Freud aveva ottenuto una borsa di studio per una ricerca di anatomia sulla anguille, presso la Stazione Zoologica Sperimentale, da poco istituita a Trieste. Il soggiorno durò alcuni mesi.

  • Venezia

Il primo viaggio a Venezia fu nell’agosto del 1895, a 39 anni, insieme al fratello Alexander, di dieci anni più giovane. Il soggiorno nella città lagunare è testimoniato dalle cartoline postali inviate alla moglie Martha:

“Strana fiaba, molto turbato, te la mostrerò l’anno prossimo, se resiste
fino ad allora. Non c’è immagine o descrizione che possa sostituire una visita.

Ieri ancora cose incredibili, fra cui un viaggio in gondola a tarda sera lungo canali secolari e il Canal Grande. I letti eccellenti. Le zanzare si sono scusate per l’assenza… Tutto estremamente stravagante e divertente.”

ed all’amico Fliess:

“L’incredibile magia di questa città mi ha finora impedito di scriverti. Impossibile tentare di descriverla. ” 

  • Trentino

La sua meta preferita di vacanza estiva era una località del Trentino,  Lavarone, dove soggiornava presso l’elegante Hotel du Lac. L’hotel e la località gli erano state suggerite da un poeta ebreo, un amico di suo fratello Alexander.

All’inizio di settembre 1901, si recò invece a Riva del Garda, accompagnato dalla sorella di Martha, Minna. Sulle varie vacanze fatte da Freud con la cognata Minna sono state fatte molte illazioni, fra le quali una possibile relazione clandestina fra cognati e addirittura un aborto clandestino di Minna, a Merano. Si è parlato molto di questa cosa, senza mai arrivare a conclusioni: per ora l’unica certezza è che i due, durante una vacanza, si erano effettivamente registrati in hotel come marito e moglie.

Nel 1907 era nuovamente nell’hotel di Lavarone, dove scrisse il saggio “Delirio e sogni nella «Gradiva» di W. Jensen“. Nel 1979, lo psicoanalista Cesare Musatti si preoccupò di fare esporre  in questo albergo una targa, dove si ricordano i soggiorni di Sigmund Freud a Lavarone e la scrittura del saggio sulla Gradiva.

Tariffe Psicoterapia

Nel settembre 1908 era sul Lago di Garda a Salò:

“è tutto molto gradevole… L’altro ieri abbiamo fatto una gita in barca a motore, vale a dire da soli, a S. Vigilio, uno dei punti più belli del Lago di Garda, forse il più bello in assoluto. È un posto dove abitare in solitudine… In tarda età si evidenzia in me moltissimo talento a godere la vita”.

Nel 1912, la famiglia Freud tornò ancora in Italia, sempre in Trentino, dove si incontrò con lo psicoanalista ungherese Sándor Ferenczi, presso il Grand Hotel del Lago di Carezza. Freud amava fare delle lunghe camminate, alla ricerca di funghi, e ammirare il bellissimo paesaggio.

  • Bologna

“Città stupenda, pulita, piazze e monumenti colossali. Visitato un Museo Civico, Alex morto, io fresco come una rosa. Giornata bellissima, non calda, il vino già delizioso… Il cibo qui è quasi troppo buono”.

  • Firenze

“si nuota nell’arte”

  • Orvieto 

Nel Duomo di Orvieto rimase fortemente impressionato dagli affreschi del Giudizio Universale di Luca Signorelli, il cui nome,  in particolare la dimenticanza del suo nome, venne a rappresentare per Freud un tema di approfondita analisi, di cui si parla in Psicopatologia della vita quotidiana (1901).

Psicolinea for open minded people

  • Roma

Freud visitò la “Città Eterna” sette volte: nel 1901, 1902, 1907, 1910, 1912, 1913 e 1923.

Prima di parlare dei suoi viaggi a Roma però, vale la pena raccontare un aneddoto che riguarda il particolare rapporto che lo psicoanalista aveva con la città eterna.

Freud aveva accarezzato per diverso tempo il desiderio di visitare l’Italia, ed in particolare Roma, ma riteneva questo viaggio piuttosto  ‘pericoloso’ (in particolare temeva il clima troppo caldo e le malattie infettive).

Egli stesso, ragionando su questo grande desiderio che non riusciva a realizzare pensò che si trattasse di un sintomo di origine nevrotica. Era il periodo in cui lo psicoanalista viennese aveva da poco perduto il padre ed era immerso nella sua autoanalisi.

In quel periodo sperimentava sentimenti di depressione grave e profonda, ma era anche il tempo in cui cominciava ad affermarsi come medico e coltivava grandi aspirazioni professionali nel campo dell’inconscio.

C’è dunque una specie di parallelismo tra la sua ricerca psicologica e il desiderio di andare a Roma. Roma significava il coronamento del suo sogno di conoscenza, uno dei principali obiettivi da raggiungere, ma tra questo desiderio e la sua realizzazione si frapponevano le sue angosce nevrotiche, che ne ostacolavano il compimento.

In uno dei suoi viaggi, Freud era quasi arrivato a Roma, ma giunto al lago Trasimeno, decise di non proseguire oltre, quasi per ripetere quello che era accaduto, molti anni prima, ad Annibale.

Il sogno di vedere Roma poté coronarsi solamente nel 1901. L’arrivo nella città eterna venne vissuto da Freud come una grande vittoria su se stesso, una sorta di emancipazione destinata a produrre molti risultati in vari settori della sua vita, dalla carriera professionale alla creatività scientifica.

Nel suo primo viaggio a Roma (1901) Freud viaggiò con suo fratello Alexander. A Roma visitarono San Pietro, i Musei Vaticani, il Il Palatino, il Pantheon e la Chiesa di San Pietro in Vincoli dove si trova la statua del  Mosè realizzata da Michelangelo.

La sua seconda visita a Roma (1902) durò un solo giorno (di nuovo con suo fratello Alexander).

Una lezione divulgativa su Freud e il suo libro "Totem e Tabù"

YouTube player

ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE

Nel 1907 venne da solo e visitò, insieme a San Pietro in Vincoli, il Palatino (il suo posto preferito a Roma),  il Foro Romano, Villa Borghese (ovviamente, anche il parco), andò al Gianicolo, da cui si gode una meravigliosa vista di Roma e del Vaticano, Castel Sant’Angelo, le catacombe e, naturalmente, i musei Vaticani (dove è conservato il rilievo di Gradiva), oltre che le Terme di Diocleziano.

Della visita del 1907 abbiamo queste parole di Freud, che scrisse alla sua famiglia:

“Ho avuto di nuovo una giornata meravigliosa; Villa Borghese è un enorme parco con castello e museo, che fino a poco tempo fa apparteneva a un principe romano, ma ora è di proprietà della città ed è generalmente accessibile, poiché il buon principe fece alcune sfortunate speculazioni e fu costretto a vendere tutto per tre milioni di lire … (…) dove si trova tanto per dire il più bel Tiziano in assoluto, chiamato Amor sacro e amor profano…”

La sua quarta visita a Roma fu nel 1910, durante il viaggio con Ferenczi in Sicilia. Freud mostrò al suo compagno di viaggio solo i luoghi più importanti, visto che avevano poco tempo a disposizione.

Nel 1912, ancora una volta Freud tornò in Italia, questa volta a Roma, con Ferenczi.  La salute di Freud in quel periodo non era buona e il compagno di viaggio era, come al solito, abbastanza pesante. Freud scrisse a Jones:

“A volte faccio fatica a sopportare perfino Ferenczi, così buono, che non mi lascia neppure per concedersi un po’ di piacevole distrazione”.

Una volta giunti a Roma, Ferenczi lasciò Freud per recarsi a Napoli. Freud, depresso e sicuramente provato da quanto stava accadendo fra i suoi fedelissimi, soprattutto dopo l’allontanamento di Carl Jung, trascorse le sue giornate italiane visitando siti archeologici, chiese e musei.

Tornò spessissimo nella chiesa di San Pietro in Vincoli, per vedere il Mosè di Michelangelo ogni giorno, come scrisse alla moglie:

“Il mio primo pellegrinaggio, il giorno dopo il mio arrivo, è stato quello di portare i miei omaggi a Mosè e mi è parso che egli dimettesse un po’ della sua alterigia. Che statua!”.

 “Per me è molto naturale essere a Roma, non ho alcuna sensazione di estraneità… La godo come mai prima… faccio una visita quotidiana al Mosè in S. Pietro in Vincoli, sul quale forse scriverò qualche parola”

In una lettera a nella lettera inviata a Edoardo Weiss – ripresa da Jones – Freud scrive:

“Nel settembre 1913, durante tre solitarie settimane, ho sostato ogni giorno davanti alla statua, l’ho studiata, l’ho misurata, ne ho fatto alcuni schizzi, finché ne ho afferrato il significato…”

“Qualche parola” sul Mosè divennero poi due saggi, uno del 1914 e uno del 1937.

Altre cartoline spedite da Roma a Martha:

“Mezzogiorno di fronte al Pantheon, esperienza che ho paventato per anni… una luce stupenda si diffonde ovunque, persino nella Sistina… stanze di Raffaello, piaceri di tipo raro”

“Oggi pomeriggio alcune impressioni delle quali ci si nutrirà per anni… nella chiesa di S. Pietro in Vincoli visto il Mosè di Michelangelo… Infine tramonto dal monte Gianicolo con panorama… E’ davvero magnifico e io non mi sono mai sentito tanto bene”

Nel 1913 Freud e Minna Bernays vennero di nuovo insieme a Roma per due settimane. Fu il soggiorno più lungo della sua vita fatto a Roma. Durante questa visita, Freud scrisse la prefazione a “Totem e tabù” e una bozza della “Introduzione al narcisismo”.

Seguici sui sociale

Facebook - Instagram - X

Scrisse all’amico e collega Karl Abraham:

“A Roma, di una bellezza senza paragoni, ho ritrovato ben presto buon umore e la voglia di lavorare e nelle ore libere da visite a musei, chiese e località della campagna ho portato a termine il preambolo al libro su Totem e tabù, ampliato la mia relazione al congresso e scritto lo schizzo di un saggio sul narcisismo, e inoltre provveduto a correggere il mio articolo di reclame per la Scientia”.

Accanto a tutte le attrazioni che Roma offriva come città d’arte, Freud coglieva una relazione intensissima tra questa città e il suo lavoro psicoanalitico (“La psicoanalisi è un’archeologia dell’anima“). e questa era certamente una ragione per cui amava così tanto questa città.

Nel 1923 Freud fu per l’ultima volta a Roma con sua figlia Anna. Era gravemente malato e questo fu il suo ultimo viaggio all’estero.


Visita il canale YOUTUBE clinicadellacoppia

  • Napoli

Freud fu spesso a Napoli. Nel 1902 visitò la città per un soggiorno abbastanza lungo con suo fratello Alexander. Furono affascinati dalla città (visitarono il Museo Archeologico Nazionale) e da luoghi come Pompei, Amalfi, Salerno e Paestum.

Nel 1910, Freud e Sandor Ferenczi fecero visita a Napoli mentre si recavano in Sicilia.

Cartolina da Napoli:

“grazie a un viaggio in carrozza a Posillipo abbiamo goduto della vista indimenticabile su tutto il panorama circostante, da Ischia fino a Capo Miseno”,

Chiedere aiuto è il primo passo!

YouTube player

Tariffe Psicoterapia

  • Sicilia

Nel 1910 Freud e Ferenczi trascorsero 5 giorni a Palermo, dove soggiornarono all’Hotel de France.

I due visitarono, oltre che Palermo, Siracusa, il tempio di Segesta, il sito archeologico di Selinunte e le città di Castelvetrano e Agrigento.

Freud descrisse la Sicilia alla moglie come un’orgia inaudita di colori

“che non bisognerebbe concedere solamente a se stessi”. 

A Jung scrisse che:

“… la Sicilia è la parte più bella d’Italia e ha conservato frammenti unici del suo passato greco …” 

  • Siracusa

“sempre più grandiosa e magnifica fino al Duomo normanno e al Castello reale”

  • Palermo

“è una città elegante, pulita, estremamente ricca di edifici…”

Durante il viaggio in Sicilia fra Freud e Ferenczi sorsero incomprensioni e dissapori che culminarono in quello che verrà ricordato dagli storici della Psicoanalisi come “L’incidente di Palermo”.

Freud, in quel viaggio in Sicilia, stava infatti accingendosi a lavorare al caso di paranoia del Presidente Schreber  e desiderava collaborare con Ferenzi. Collaborare però, per Freud, significava, evidentemente, “dettare”.

Ferenczi si ribellò a questa richiesta e Freud accusò il compagno di viaggio di essersi comportato in modo nevrotico, per cui continuò a lavorare su Schreber da solo. I due non litigarono, ma si allontanarono molto sul piano professionale.

Dr. Giuliana Proietti

Intervento del 14-09-2024 su Sessualità e Terza Età
Dr. Giuliana Proietti

YouTube player

 

Fonti

SWIF Uniba
The Vienna Psychoanalist

Foto:
Anna e Sigmund Freud a Lavarone

Giuliana Proietti
Dr. Giuliana Proietti

Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
ONLINE

La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.

Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.

Per appuntamenti:
347 0375949 (anche whatsapp)

mail: g.proietti@psicolinea.it

Visita anche:
www.giulianaproietti.it

Pagina Facebook
Profilo Facebook
Instagram

www.clinicadellacoppia.it/
I Social
  • 11 Apr 2020
  • Dr. Giuliana Proietti
  • 0 Comments
Freud: La morte del padre e l'inizio dell'autoanalisi

Freud: La morte del padre e l’inizio dell’autoanalisi

Freud: La morte del padre e l’inizio dell’autoanalisi

Freudiana

GUARDA I VIDEO DI FREUDIANA SUL NOSTRO CANALE YOUTUBE

Morte del padre di Freud. A sinistra: Sigmund con la madre e le sorelle sulla tomba del padre (1897).

La morte del padre di Sigmund Freud, Jakob Freud, avvenuta nel 1896, rappresentò un momento cruciale nella vita del fondatore della psicoanalisi, sia a livello personale che professionale. Questo evento segnò l’inizio di un periodo di intensa autoanalisi che portò Freud a sviluppare alcune delle sue teorie più importanti, tra cui il complesso di Edipo e l’importanza dell’inconscio. Cerchiamo di saperne di più.

Rapporto con il padre

Sigmund Freud aveva un rapporto complesso con suo padre Jakob, un uomo di grande intelligenza ma che agli occhi di Sigmund appariva troppo mite e remissivo. Nei suoi confronti lo psicoanalista aveva un rapporto ambivalente, spesso associato a sentimenti di ammirazione e ribellione. Inoltre, la relazione tra Sigmund e Jakob era intrisa di dinamiche emotive che riflettevano, in parte, le radici del futuro concetto di complesso di Edipo.

La morte del padre

La morte del padre, avvenuta il 23 Ottobre 1896, quando Freud aveva 40 anni, fu vissuta con una profonda intensità emotiva. Questo lutto scatenò in Freud non solo dolore e rimpianto, ma anche un’ondata di ricordi infantili, sogni e riflessioni che avrebbero dato forma al metodo dell’autoanalisi.

Tariffe Psicoterapia

Il sogno nella notte seguente al funerale

Nella notte seguente al funerale, Sigmund sognò di trovarsi in un locale e di aver letto su un cartello: ‘si prega di chiudere gli occhi’.

Vi era nel sogno, raccontato nella Interpretazione dei sogni (1899) una connotazione di auto-rimprovero, molto probabilmente perché Sigmund nutriva dei forti sensi di colpa nei confronti della figura paterna.

L’autoanalisi: un viaggio nell’inconscio

Freud iniziò a esplorare sistematicamente il proprio mondo interno attraverso l’analisi dei sogni, un metodo che sarebbe poi diventato centrale nella sua teoria psicoanalitica. L’autoanalisi, iniziata nel 1897, si basava sull’idea che i sogni rappresentassero una “via regia” verso l’inconscio. Decodificandone i simboli, Freud cercava di portare alla luce i desideri repressi e i conflitti irrisolti.

Rimuginando giorno e notte sull’apparato psicologico e sull’origine della nevrosi scrisse all’amico Fliess: “Strani stati incomprensibili alla coscienza, pensieri subliminali, dubbi confusi a stento illuminati ogni tanto da un barlume di coscienza” .

La nascita del complesso di Edipo

L’autoanalisi di Freud lo portò a riconoscere, nei propri vissuti infantili, tracce di sentimenti ambivalenti verso il padre: amore e rispetto, ma anche gelosia e rivalità. Questo conflitto, che Freud considerava universale, lo spinse a formulare il concetto di complesso di Edipo, secondo cui ogni bambino attraversa una fase in cui prova desideri amorosi verso il genitore di sesso opposto e sentimenti di rivalità verso quello dello stesso sesso.

Freud interpretò questi vissuti come una componente naturale dello sviluppo psicosessuale, ma vide nella loro repressione la base di molti conflitti nevrotici vissuti nell’età adulta.

Psicolinea sempre con te
Dr. Giuliana Proietti - Tel. 347 0375949
Dr. Walter La Gatta  - Tel. 348 3314908

L’importanza della morte del padre

La perdita del padre spinse Freud a confrontarsi non solo con il lutto, ma anche con le radici profonde della sua identità e dei suoi desideri inconsci. Questo processo non fu soltanto un viaggio personale, ma rappresentò una svolta nella nascita della psicoanalisi come disciplina. Attraverso l’autoanalisi, Freud costruì un metodo che consentiva di esplorare l’inconscio e di portare alla luce i desideri nascosti e i conflitti irrisolti.

Dr. Giuliana Proietti


Terapie online, ovunque tu sia
Dr. Giuliana Proietti - Tel. 347 0375949

Fonti:

Ellenberger, La scoperta dell’inconscio, Boringhieri
Donn, Freud e Jung, Leonardo

Una lezione divulgativa su Freud e il suo libro "Totem e Tabù"

YouTube player

ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE

Giuliana Proietti
Dr. Giuliana Proietti

Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
ONLINE

La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.

Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.

Per appuntamenti:
347 0375949 (anche whatsapp)

mail: g.proietti@psicolinea.it

Visita anche:
www.giulianaproietti.it

Pagina Facebook
Profilo Facebook
Instagram

www.clinicadellacoppia.it/
I Social
  • 22 Nov 2024
  • Dr. Giuliana Proietti
  • 0 Comments
il libro nero della psicoanalisi

Il libro nero della psicoanalisi

Il libro nero della psicoanalisi

Freudiana

GUARDA I VIDEO DI FREUDIANA SUL NOSTRO CANALE YOUTUBE

Il libro nero della psicoanalisi, curato da Catherine Meyer, è un’opera critica e provocatoria che ha suscitato dibattiti accesi all’interno del mondo accademico, terapeutico e culturale. Pubblicato nel 2005, il libro si propone come una raccolta di saggi scritti da diversi autori, con l’obiettivo di mettere in discussione la validità scientifica e l’efficacia terapeutica della psicoanalisi, soprattutto in relazione all’approccio freudiano. 

Obiettivo dell’opera

”L’ambizione di quest’opera – scrive la Meyer – che raccoglie quaranta autori di dieci nazionalità, è quella di offrire ai non iniziati gli elementi di un dibattito che attraversa la nostra epoca”.

Contenuto e tesi principali

La critica principale è rivolta alla figura di Sigmund Freud e al suo lavoro, che viene considerato scarsamente fondato sul piano scientifico e, in molti casi, distorto da una narrazione mitologica che va a discapito di una verifica empirica delle teorie presentate. Tra i punti più controversi vi sono:

  1. La mancata scientificità della psicoanalisi: la psicoanalisi non si basa su metodi rigorosamente scientifici e molte delle affermazioni di Freud sono indimostrabili o persino errate.
  2. I risultati terapeutici: il libro mette in discussione l’efficacia della psicoanalisi rispetto ad altre forme di terapia psicologica, come la terapia cognitivo-comportamentale, che hanno mostrato maggiori evidenze empiriche.
  3. La personalità di Freud: emergono critiche sul carattere egocentrico e sull’opportunismo del padre della psicoanalisi, che avrebbe manipolato i dati per confermare le sue teorie.
  4. L’impatto culturale: il volume esplora come la psicoanalisi abbia influenzato la società, spesso imponendo un’interpretazione rigida e non sempre utile della psiche umana.

A chi può interessare leggerlo?

Il libro offre uno sguardo critico e documentato sulla storia della psicoanalisi, invitando a riflettere su quanto di essa sia effettivamente supportato da dati oggettivi. Questo approccio può essere utile per chi desidera interrogarsi sulle basi teoriche e sull’applicazione pratica della psicoanalisi. Inoltre, il testo valorizza approcci alternativi, spingendo il lettore a considerare la pluralità di modelli terapeutici disponibili oggi.

Critiche al libro

Nonostante la ricchezza di dati e la precisione con cui vengono smontati alcuni miti freudiani, il volume è stato criticato per il suo tono fortemente polemico, che potrebbe risultare eccessivamente fazioso. Alcuni studiosi hanno osservato che il libro tende a ignorare il contesto storico in cui Freud operava e il contributo innovativo delle sue intuizioni, che hanno comunque aperto la strada alla psicologia moderna.

Dr. Giuliana Proietti


Terapie online, ovunque tu sia
Dr. Giuliana Proietti - Tel. 347 0375949

Terapia di Coppia

Giuliana Proietti
Dr. Giuliana Proietti

Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
ONLINE

La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.

Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.

Per appuntamenti:
347 0375949 (anche whatsapp)

mail: g.proietti@psicolinea.it

Visita anche:
www.giulianaproietti.it

Pagina Facebook
Profilo Facebook
Instagram

www.clinicadellacoppia.it/
I Social
  • 13 Gen 2007
  • Dr. Giuliana Proietti
  • 2 Comments

Paginazione degli articoli

1 … 8 9 10 … 43
Scrivici

psicolinea@psicolinea.it

Terapie Online

Lun-Ven: 08.00 - 20.00

Hai domande?

Contattaci

Ultimi Articoli
  • Audrey Hepburn: talento, grazia e impegno umanitario
  • Antoine de Saint-Exupery: una biografia
  • Riconosci i tuoi desideri sessuali? Test
  • Le posizioni dell’amore: dal Kamasutra a oggi
  • La scala Kinsey: la sessualità oltre il binarismo
Categorie
Archivi
Su Psicolinea si parla di
Ansia e Stress Arte Libri e Opere creative Coppie e Relazioni di coppia Depressione Donne Emozioni e Sentimenti Famiglie e Relazioni Familiari Gravidanza e Parto Infanzia e Adolescenza Intelligenza Lavoro LGBT Politiche e Politiche Sociali Psichiatria Psicoanalisi Psicoterapie Relazioni Sociali Religioni Rete e Nuove Tecnologie Terapie e Tecniche Uomini
Clinica della Coppia
Clinica della Coppia
Clinica della Timidezza
Copyright © 2025. Psicolinea.it
Cookies
Anche Psicolinea usa i cookies di terze parti (Facebook e altri social). Se non sei d’accordo all’utilizzo dei cookie, non premere il pulsante "accetta": in questo modo i cookie presenti sul nostro sito non vengono installati nel tuo dispositivo elettronico (PC, tablet,ecc.). Si precisa tuttavia che in caso di disattivazione dei cookie non sono garantite tutte le funzionalità del sistema. Cookie settingsAccetta
Privacy & Cookies Policy

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these cookies, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities...
Necessary
Sempre abilitato
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Non-necessary
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
ACCETTA E SALVA